Lettere dei soldati Pietro e Luca (Giada Zuelli)

s.d.
Zona di Guerra 

Carissime sorelle,
vi scrivo queste poche righe per dirvi che anche se non vi rispondo subito non vuol dire che io non stia bene. In questi giorni stiamo combattendo ad alta quota, quasi 3000 metri, sul Monte Adamello. E' difficile per noi camminare in mezzo alla neve perché sprofondiamo, ma nonostante questo va tutto abbastanza bene. Oggi non c'è stato nessun conflitto, siamo stati a riposo attendendo che il nemico attacchi.  Quassù c'è molta tranquillità, tranne alcune volte, durante il giorno, che si sentono rumori vari. Il nostro reggimento è ben preparato, ben armato e coraggioso, nessuno ha paura e soprattutto nessun soldato scappa o si ritira per paura di morire. Il colonnello continua a incoraggiarci ed a stimolarci senza mai smettere un minuto. L'altro ieri abbiamo conquistato una trincea che ci avevano sottratto gli austriaci. Abbiamo dovuto solo un po' sistemarla ed era subito pronta per farci da riparo dal nemico, pioggia e neve. Noi abbiamo molta fiducia e non temiamo il nemico: siamo noi i più forti. Ora è quasi sera, il sole sta tramontando sui monti ed intanto seduti in terra ci godiamo il bellissimo panorama offerto dal Signore raccontandoci i bei momenti passati prima della guerra. La paura della censura ci impedisce di dire quanto si vorrebbe ma tutti noi dovremmo essere contenti che siamo ancora sani e salvi. Spero che anche voi pregate per me come io faccio per voi e che stiate tutti bene. Salutatemi tutti i miei parenti ma soprattutto mio figlio Stefano. Non so se questa sarà l'ultima o se ce ne saranno tante altre ma se Dio vorrà salvarmi, ci rivedremo ancora. Attendendo vostre notizie un bacio e un saluto da vostro fratello 
Luca    





25/3/1916
Zona di Guerra
Carissimi genitori e fratelli,
vi scrivo queste poche righe per assicurarvi che io sto bene e per dirvi quanta voglia abbia di rivedervi anche solo per un momento. Scusate se vi rispondo solamente ora, ma in questi giorni non avevo un attimo di pausa: ho dovuto mettere a posto numerose trincee che sono cadute per il peso della neve e rifare numerosi sentieri a mano. Qua fa molto freddo, ci sono meno di zero gradi centigradi. Però sono molto contento di non essere ferito o in ospedale. Stamani ci siamo dovuti alzare prestissimo a causa dell'ufficiale che ci ha dato la notizia di un'avanzata nemica. Ci siamo preparati in fretta e furia e abbiamo preso posizione nelle trincee. Nessuno parlava, c'era un silenzio di tomba, tutti erano molto preoccupati ma avevamo molta fiducia perché anche se il nemico era più numeroso, sappiamo che noi siamo più forti. Poco dopo abbiamo iniziato a combattere. Si sentivano molti rumori di granate, spari, persone che gridavano e urlavano. Ho visto morire molti dei miei compagni e soldati austriaci nei peggiori dei modi. La guerra è durata parecchie ore ma nessuno ha vinto o conquistato trincee, gli austriaci ci tengono d'occhio ma noi siamo pronti a ogni loro mossa. Ora quassù è quasi buio, ma io non riesco a dormire e sono qua seduto su un sasso a scrivervi. Gli altri soldati invece si stanno riposando e scaldando intorno al focolare. Sono molto felice che sono ancora vivo. Vi chiedo di ricordarmi nelle vostre preghiere e se Dio lo vorrà ci rivedremo molto presto quando la guerra sarà ormai finita. Attendo fiducioso vostre notizie sperando che voi siate tutti in salute.
Salutatemi tutti i parenti ma soprattutto i miei figli e mia moglie
   Pietro